venerdì 3 aprile 2015

Bruno Munari, geniale designer

Bruno Munari (1907/1998) non era un pedagogista, nè uno psicologo. Era un artista, un designer, che però con molte sue opere ed iniziative ha fortemente influenzato e innovato anche il mondo dell'educazione, in particolare di quella letteraria. Ma conosciamo meglio l'opera di questo personaggio.

Bruno Munari
Tra le sue opere più conosciute e famose compaiono i "Prelibri", libri senza parole, per bambini che ancora non sanno leggere, ma che sono lì presenti con tutti i sensi, curiosi, con la voglia di scoprire cose nuove. Libri "illeggibili", ma ricchi di stimoli tattili, visivi, sonori, libri in cui non c’è un preciso ordine o sequenza, e che quindi possono essere “letti” a partire da metà, tornando liberamente indietro o andando avanti. Una vera e propria rivoluzione.


Essi sono l'esemplificazione pratica di uno dei temi a lui più cari: la valorizzazione dell'esperienza sensoriale del bambino. Egli era infatti solito citare un antico proverbio cinese:
 
"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco"
 
Particolari sono però anche le tecniche da lui utilizzate nei libri per i bambini più grandi, come la smaterializzazione del libro (utilizzo di trasparenze, sovrapposizioni... capaci di trasformare l'oggetto libro in un media multimediale) e il primato dell'immagine.
Un esempio è costituito da una delle sue prime creazioni: "Toc-toc, chi è? Apri la porta" (1945).
 


Munari lo crea, insieme ad altri ("Il venditore di animali", "Storie di tre uccellini", "Mai contenti"), immaginando per il figlio (nato nel 1940) delle storie semplici, che fossero capaci di comunicare non per forza attraverso le sole parole, ma anche attraverso il colore, il tipo di carta... 
Munari stesso commentò l'uscita di questo libro con le seguenti parole:
 "C'era tutta una zona inesplorata, nella quale ci sarebbe stato bene un libro anche per bambini che non sanno leggere - come i Prelibri che poi ho fatto: vedevo i tipici libri per l'infanzia, tutto testo, con poche illustrazioni al tratto, perché costava meno. Invece, con tutte le possibilità che offre l'industria tipografica - pieghe, carte, tagli, fori, fustellature - c'erano tanti altri modi di comunicare. Ecco, il libro è fatto anche di comunicazione visiva, di comunicazione attraverso i sensi, oltre che con la parola e con la vista."
Questi libri non hanno un protagonista all'interno: è il bambino che li sfoggia e li legge il vero protagonista. Egli sfoglia le pagine, guarda attraverso il buco della pagina la giraffa, apre la cassa (in realtà un'altra pagina, più piccola del formato del libro), e dentro di essa c'è un baule, e ancora dentro una valigia, e poi una cesta, e così via, fino ad arrivare ad un pacchetto piccolissimo con dentro una formichetta.
Questo libro in particolare inoltre anticipa alcune delle tecniche poi perfezionate ed utilizzate da Munari in altre opere, come il suo capolavoro "Nella notte buia" (1956): fori e buchi presenti nelle pagine, immagini nelle immagini...
 

  
 
"Nella notte buia" è un'opera inserita tra i libri "illeggibili", e rappresenta una forte esperienza per il lettore, poichè sollecita ripetutamente e quasi esclusivamente la vista e il tatto. Le immagini, così come l'esperienza tattile favorita dai diversi materiali utilizzati da Munari per realizzare tale opera, costituiscono l'elemento centrale, e al contrario dei "soliti" libri, le parole sembrano occupare una posizione di sfondo.
L'opera nello specifico è costituita da 32 pagine, non tutte dello stesso formato e materiale (ad esempio vi sono otto carte veline grandi, e quattro più piccole, fori, particolari ritagli, finestrelle). La copertina è cartonata, di colore nero, e il titolo e l'immagine del gatto rappresentato sono blu. Colpiscono  in quanto del tutto inaspettati e insoliti i due occhi gialli del gattino, che spiccano nella tenebrosità della copertina.

 
Si tratta di un'opera straordinaria e innovativa, che consente al lettore di vivere in prima persona quanto le immagini gli comunicano. Immagini che lasciano libera la mente del lettore di creare, fantasticare e sognare quello egli desidera.
Ad  esempio in alcune pagine  si susseguono profondi ritagli che danno l'idea di entrare personalmente in una grotta, entrati al suo interno,  si possono osservare le affascinanti scene di caccia rappresentate sulle pareti.
 
I colori sono intensi ed esprimono molto bene la cupezza e l'oscuritá notturna. Ma alla notte segue il giorno. Ed ecco che Munari ci trasporta in un altro scenario, quello della natura, e precisamente quello dell'erba, e dei suoi abitanti: insetti, lumache, ecc.
 
Un aspetto estremamente interessante é l'interattivitá e la multimedialità delle opere di Munari, compresa "Nella notte buia". La multimedialità rende il lettore partecipe, lo stimola, "stuzzica" i suoi sensi, lo tiene costantemente attivo nel percorso dell'intera lettura. Lo coinvolge. Lo invita a prestare attenzione ai dettagli ed ai particolari. Proprio come fa Munari nelle sue realizzazioni. Non c'è noia, bensì continua sorpresa. Mente e corpo si uniscono, e i diversi linguaggi, i diversi tipi d'espressione aiutano l'uomo ad entrare in una forma di pensiero più profonda.
L’accostamento, anche casuale, di forme o parole fa volare lontani con l’immaginazione e, se tutto può essere proposto sotto forma di gioco, la creatività, nell’impiego delle immagini per Munari, non è fine a se stessa, ma svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo autonomo del pensiero.
La creatività esige un’intelligenza elastica, una mente libera da preconcetti d’ogni genere, pronta a modificare le proprie opinioni quando se ne presenta una “più giusta”, in quanto la creatività si forma e si trasforma continuamente e non si può stabilire un confine preciso tra fantasia e creatività, in quanto i prodotti di entrambe nascono da relazioni che il pensiero stabilisce con ciò che già conosce.
La creatività va insegnata e stimolata attraverso il processo educativo: consegnando al bambino gli strumenti indispensabili per la sua conoscenza, e utili per attivare il pensiero divergente (Il pensiero divergente è il pensiero creativo, alternativo e originale. E' sollecitato da situazioni aperte, come quelle sociali, e che ammettono più soluzioni alternative).
Il metodo creativo di Munari si basa sulla convinzione che rapportarsi ai bambini non significhi tradurre per loro la realtà banalizzandola, sottovalutando le loro potenzialità conoscitive, quanto piuttosto spiegare loro, mediante i mezzi più consoni, concetti anche complessi.
Munari ha posto  l’accento su alcune componenti fondamentali dell’apprendimento: le caratteristiche soggettive di colui che apprende, il suo ruolo attivo nel processo di apprendimento e la figura dell’educatore quale animatore delle attività volte alla padronanza dei saperi.
Munari è attratto dalla naturale curiosità del bambino ed è su questo tratto caratteristico che basa la sua metodologia: comprendere le caratteristiche fondamentali della comunicazione visiva mediante azioni che stimolino la curiosità del bambino, in cui l’educatore e lo stesso artista siano di supporto all’autonoma attività di comprensione. L’adulto si spoglia della funzione di trasmettere passivamente nozioni, diventando un animatore, un facilitatore dell’attività del bambino, in quanto ha il compito di aiutarlo mostrando le tecniche e il modo di utilizzarle.
Molte delle caratteristiche presenti fin nelle prime opere, e anche in quelle già citate, si ritrovano nella sua opera “La favola delle favole”, del 1994, un libro-gioco che permette ai bambini di creare le loro personali favole attraverso la combinazione di fogli intercambiabili, fogli che presentano diverse illustrazioni, diversi colori e che sono fatti di fatti di diversi materiali.
 
Queste le caratteristiche del libro:   
·         Dimensioni: cm 30.0x30.0
·         Pagine: 57 fogli, alcuni fustellati
·         Illustrazioni: 15
·         Rilegatura: Fogli uniti da clips e raccolti in busta di plastica trasparente
·         Lingue: Testi in italiano, inglese, francese, giapponese
 Con questo lavoro Munari riprende un tipo di attività che aveva già affrontato con il gioco visivo “Più e meno”, del 1970, composto da 72 carte, molte delle quali (48) su fondi trasparenti, così da poterle sovrapporre per comporre altre immagini più complesse stimolando le capacità creative del bambino. 
Sul retro copertina de “La favola delle favole” sono riportate queste parole di Munari stesso: "I fogli trasparenti prendono il colore dei fogli colorati sui quali sono posati. Il disegno fatto su trasparente apparirà sul fondo di colore che si vuole. Potrete, così, far volare l'uccellino rosso su un cielo azzurro, verde, nero, o su qualunque altro fondo, o addirittura, su qualunque altro disegno trasparente o no. I fogli di carte colorata vanno interpretati e usati secondo il significato che gli si vuol dare: il verde può essere un prato, ma anche l'interno di una stanza dipinta di verde; il giallo può rappresentare il sole, un campo di grano, un fiore molto vicino e anche la polenta. Potete aggiungere fogli di qualunque tipo di carta che troverete, fotografie, carta delle caramelle, nastri, una foglia strana e tante altre cose... fate voi secondo le vostre storie, sono molto curioso di vedere che cosa combinerete".
E’ evidente come al centro di questa opera ci sia, ancora una volta, il bambino con la sua fantasia e creatività. Il gioco stimola a sperimentare infinite situazioni, atmosfere, ambienti. L’immagine creata può essere continuamente arricchita o trasformata usando qualsiasi tipo di materiale. Munari scardina completamente il concetto tradizionale di libro illustrato come qualcosa di preconfezionato che può essere solamente osservato. E’ il “lettore” in prima persona il creatore delle proprie favole, è chiamato ad intervenire attivamente, toccando con mano i materiali di cui si servirà per dare vita alle sue storie.
Questo tipo di materiale, come tutti i materiali di Munari, si presta ad essere utilizzato in molti modi. Sicuramente lo inserirei in un percorso di didattica della lettura come strumento adatto a stimolare la creatività dei bambini, come spunto per affrontare in modo giocoso il processo di una costruzione narrativa, come stimolo per riflettere sui diversi stili di illustrazione presenti nei vari testi, sul ruolo che possono avere i colori, in particolare, nel veicolare un messaggio.
In quanto abilissimo designer, Munari non si è limitato tuttavia alla sola creazione di libri rivolti all'infanzia. Molto interessante è una sua particolare creazione, che oggigiorno trova grande accoglienza e apprezzamento soprattutto all'interno degli asili nido, e che rappresenta un esempio della sua genialità e attenzione per i particolari. Sto parlando del suo "Libro letto".
 
« Ogni libro è letto, ma ogni letto non è anche un libro » Bruno Munari
 
Il momento della “nanna” è un momento importante, di grande intimità e di forte investimento emotivo per i bambini. La notte è archetipicamente lo scrigno delle paure, delle cose sconosciute, oscure e un po' misteriose. È fondamentale quindi che i bambini si sentano supportati, accompagnati in questo avvicinarsi ed abbandonarsi al sonno, con la creazione di un’atmosfera rilassata e rilassante: uno dei tanti metodi potrebbe essere il racconto della classica storia della buona notte, come momento di interazione e condivisione positiva tra bambino e adulto, costruita proprio attraverso la narrazione. In quest’ottica s'inserisce il "Libro letto", una trapunta scritta che è sia libro che letto. È composta da una serie di 6 cuscini bordati di micro-storie, delle dimensioni di 70 x 70cm. Sui bordi dei cuscini del Libro letto non si trovano storie vere e proprie ma solo brevi frasi. I cuscini sono scomponibili e possono essere assemblati in maniere diverse per comporre di volta in volta nuove storie.
Questo libro-letto assolve due funzioni: essere letto ed essere un letto. Permette delle attività molto interessanti, perché si possono inventare e raccontare storie scomponendone i cuscini, stimolando l’immaginazione e la fantasia, non è un semplice leggere una storia della buonanotte; essendo una coperta è morbida e calda, si può scomporre e ricomporre, il bambino ci si può addormentare. C’è un diverso rapporto con il “libro”, la storia può essere inventata partendo dalle frasi sui bordi della trapunta, arricchite con i colori (ad esempio il cuscino verde può diventare una prateria e quello azzurro il mare), viene toccata e immaginata. La narrazione ed il racconto permettono al bambino di crearsi delle immagini mentali, delle scene fantastiche su cui poi potrà lavorare cognitivamente ed emotivamente con la propria immaginazione e fantasia. Si ha l'occasione di vivere insieme un'insolita avventura, dove potete essere al tempo stesso autori e protagonisti e il bambino può letteralmente perdersi piacevolmente tra le pieghe della sua favola.
 
“Conservare lo spirito dell’infanzia
 dentro di sé per tutta la vita 
vuol dire conservare 
la curiosità di conoscere
 il piacere di capire
 la voglia di comunicare Bruno Munari
E' chiaro che esaurire con un unico intervento l'opera di questo grande e importante artista del panorama italiano, illustrando gli straordinari contributi e le opere da lui realizzate per il mondo dell'infanzia, risulta essere impossibile. Spero che tale contributo possa comunque rappresentare un interessante spunto di riflessione e uno stimolo a voler conoscere in maniera approfondita questo grande artista. Di seguito alcuni link utili affinché ciò sia possibile:
  • Associazione Bruno Munari: www.brunomunari.it

  • MunArt - The most complete web site dedicated to Bruno Munari: www.munart.org


A presto!